La Storia

Il significato  dell'opera casoriana di D. A. Vaccaro

Nei primi decenni del Settecento Casoria strinse con Napoli un rapporto molto forte , "benedetto" dai due protettori: San Mauro e San Gennaro. Non a caso, i due santi compaiono assieme nella grande tela che sovrasta l'altare maggiore di Casoria (nella foto), che ha un preciso significato, non solo religioso: doveva infatti sottolineare il peso conquistato in quegli anni dalla potente Collegiata di San Mauro non solo nel paese, ma fin nella capitale.

La Madonna col Bambino e i Santi Mauro e Gennaro è un'opera di Domenico Antonio Vaccaro (1678-1745), figlio del più famoso scultore Lorenzo. Nei documenti dell'artista, compare come «cona dell'altare maggiore del Duomo di San Mauro in Casoria», datata agli anni 1735-40. Negli anni successivi (1741-42) Domenico Antonio dipinse per Casoria le sue ultime, tarde, tele: la Visitazione e l'Immacolata concezione, collocate nel transetto della stessa chiesa (due bozzetti di queste opere sono segnalati nel 1980 in una collezione privata di Cosenza).

A commissionare le opere fu la Collegiata di San Mauro, la congregazione di venti sacerdoti (il cosiddetto "capitolo") istituita ufficialmente nel 1700, e presieduta da un "preposito"; che aveva il compito di solennizzare le celebrazioni attraverso il canto, promuovere i culti religiosi, e assistere la cittadinanza nei servizi funebri.

Il peso conquistato dalla Collegiata è confermato da un decreto con cui la Congregazione dei Riti, nel dicembre del 1730, intervenne in una lite tra il clero casoriano e quello napoletano: l'organo vaticano stabilì che la Collegiata di San Mauro aveva precedenza sui parroci della stessa città di Napoli, sia nel Sinodo diocesano - cioè l'assemblea convocata dal vescovo - che in occasione delle processioni solenni. Il quadro del Vaccaro, realizzato pochi anni dopo, attraverso i due protettori - San Gennaro e San Mauro - doveva offrire una rappresentazione di questo rapporto, di potere e non solo politico, tra Casoria e la capitale.

Profilo Storico-Sociale di Casoria

Casoria, nell'immediato retroterra a nord di Napoli, è in posizione baricentrica rispetto alla campania felix, che si sviluppava attorno agli antichi fiumi Volturno, Clanio, Sebeto e Sarno; il mitico Sebeto, appunto, stando alle fonti storiche, era anticamente "ricco d'acqua e finanche pescoso", tanto da vedersi dedicare un culto dalla città di Napoli ed essere oggetto di celebrazioni di poeti, quali Virgilio (che lo chiama Sebthide Ninpha nel VII libro dell'Eneide), Papinio Stazio, il Pontano. Il nome Sepeithos si rinviene su monete coniate tra il V e il IV secolo a.C. Nell'area, resa fertile da questo corso d'acqua, talvolta denominato "il fiume di Casoria", ove s'è sviluppato l'attuale centro abitato, sono state ritrovate necropoli risalenti al IV-III secolo a.C., prova di stabili insediamenti dei suoi primi abitanti; ad essi, per la verità, non ha mai fatto difetto la tenacia, avendo, nel corso dei secoli dovuto fronteggiare la malaria, cagionata dai ricorrenti impaludamenti del Clanio e del Sebeto, nonché le conseguenze delle eruzioni del Vesuvio, che ricoprivano di ceneri e lapilli le loro terre e, talvolta, deviavano ed interravano i corsi d'acqua. Questi luoghi, comunque, non furono mai completamente abbandonati, a ragione anche della prossimità con la popolosa Napoli, destinataria dei prodotti della terra. I primi insediamenti d'una certa consistenza si svilupparono intorno all'anno mille, epoca in cui comparve il toponimo "Casaurea", attorno ad "oratori", edificati dai monaci benedettini e dedicati rispettivamente a S. Mauro ed a S. Benedetto. Pur essendo sempre stata "terra di passaggio", a ragione della sua posizione geografica, ed a dispetto della invadente prossimità con Napoli, Casoria ha sempre mantenuto una sua identità, che la porterà, nel 1631, a riscattarsi, conquistando autonomia politica ed amministrativa, primo Sindaco Giovanni Pisa.

In tempi nei quali si discetta a vario titolo di "radici cristiane d'Europa" e della necessità che di esse si faccia esplicita menzione anche nella Costituzione europea, con esplicito riferimento all'apporto fondamentale dato in proposito dall'Ordine benedettino, Casoria rivendica a buon diritto di affondare nell' "ora et labora" le proprie radici, tuttora praticando il culto dei suoi antichi Protettori nelle rispettive Basiliche. Non è certo un caso, infatti, che Casoria sia stata terra feconda di spiritualità, alimentando, ad esempio, le vocazioni d'illustri suoi figli, fra i quali il cardinale Luigi Maglione (1877-1944), che fu tra l'altro, segretario di Stato di Pio XII: l'autorevolezza, la competenza e l'equilibrio, espressi nello svolgimento del suo incarico, in uno dei periodi più bui della storia umana, vengono universalmente riconosciuti e via via ulteriormente affermati sia in esito allo studio dei documenti, ancora in gran parte secretati, sia nella testimonianza di chi ha vissuto quei tempi burrascosi all'interno delle mura della Città del Vaticano (v., da ultimo, le memorie di Harold H. Tittmann jr.). Il cardinale Alfonso Castaldo (1890-1966), che fu Arcivescovo di Napoli dal 1958 alla morte: Casoria è ancora oggi beneficiaria della sua Opera; il nunzio apostolico Antonio Del Giudice (1913-1982). E' indubbiamente frutto di quella spiritualità, esercitata nel corso dei secoli, aver dato i natali ad uomini quale il Beato Padre Ludovico (1814-1885), innalzato agli onori degli altari: "un frate (nel quale pareva rivivere qualcosa dell'anima di Francesco d'Assisi)", che "dava un certo afflato mistico e poetico" alla società della seconda metà dell' '800 (Benedetto Croce); o, ancora, ospitando ordini religiosi, ancora attivissimi sul territorio, coerentemente con i rispettivi Carismi: le suore "Sacramentine" e quelle del "Sacro Cuore", le cui madri fondatrici, Maria Cristina Brando (1856-1906) e Giulia Salzano (1846-1929) sono state elevate, anch'esse, all'onore degli altari; lo stesso dicasi per Maria Luigia Velotti, fondatrice delle suore "Adoratrici della santa Croce" , che venne ad istituire a Casoria la "Casa di Santa Maria". Tra gli uomini illustri troviamo: Nicola Rocco, autore del Codice Internazionale Privato, prima opera in assoluto nel suo genere, l'insigne giurista Andrea Torrente, autore, tra l'altro, del famoso Trattato di Diritto privato, l'illustre storico Nino Cortese.

L'architettura religiosa a Casoria 

Chiesa di San Mauro Abate e Congrega di S. Maria della Pietà 

La monumentale chiesa di San Mauro Abate, attualmente esistente, sorge sul suolo di una primitiva chiesa, esistente già prima del 1429. I lavori di costruzione iniziarono il 15 febbraio 1606, sul suolo della chiesa precedente, che corrispondeva all'attuale sagrato della nuova fabbrica. Nel 1621 fu terminata la crociera superiore con la cupola coperta di lastre di piombo e le due prime cappelle della navata. Parte del terreno fu acquistato dall'Università di Casoria e una parte fu donata da un gruppo di notabili detti Particulares. I cittadini insieme al comune contribuiranno alle spese per la realizzazione dell'edificio sacro.

 Congrega di S.Maria della Pietà

Nelle memorie della chiesa di San Mauro in Casoria, sin dall'anno 1586, come si rileva dagli atti della Rev.ma Curia arcivescovile di Napoli, si trova la prima notizia dell'erezione della Congrega di S. Maria della Pietà. Possiamo inoltre risalire a date anteriori per dimostrare l'antichissima origine della Arciconfraternità. Difatti da vari documenti e monumenti dei primi anni del 1500 si apprende che alla Congrega già si legava e si donava per pubblici atti ed istrumenti. Chiesa di San Benedetto La chiesa di San Benedetto, come scrive Don Biagio Iorio, deve essere stata fondata prima del 1000 come parrocchia, certo il più antico documento rinvenuto nella chiesa ed attestante l'antica presenza di una primitiva cappella è la statua di marmo, raffigurante un uomo d'armi, il cui epitaffio di carattere longobardo, segna l'anno 1281; si tratta di un guerriero, Iacopo Torello da Fano, venuto al seguito d'Innocenzo IV a Casoria nel 1254 e morto successivamente.  

Chiesa di S. Maria delle Grazie e Congrega del S.S. Rosario

 Le prime notizie sulla chiesa di S. Maria delle Grazie risalgono al 1459, quando un ricco mercante, Pietro Petrillo Ferrara di Casoria, fa costruire nelle sue proprietà ed a proprie spese un ospedale, " rifugio per i poveri Infermi e Pellegrini ", e per i fedeli una cappella col titolo di S. Maria delle Grazie. Successivamente pensò di attribuire alla sua fondazione una rendita che potesse permettere loro di sopravvivere anche dopo la sua morte; così fece testamento affinché parte dei suoi beni ( fondi, case sparse, terreni), fossero donati per il mantenimento dell'ospedale e della cappella, l'attuale edificio risale al XVIII secolo. 

 Congrega del S.S. Rosario 

La congrega del S.S. Rosario presente nella chiesa di S. Maria delle Grazie fu eretta nell'anno 1563 presso la chiesa omonima da alcune persone che si riunivano in quest'ultima nei pressi dell'altare intitolato al S.S. Rosario, posto a sinistra della navata. Nel 1625 data la piccolezza dell'edificio dell'epoca (che non è la chiesa di oggi) la confraternita si unì alla Congrega della Pietà nei pressi della chiesa di San Mauro. Nel 1705 iniziarono i lavori di costruzione dell'attuale cappella su un suolo adiacente alla chiesa di S. Maria offerto in dono dai Governatori della chiesa e dell'ospedale di S. Maria delle Grazie, lavori terminati nell'anno 1738. L'oratorio dal punto di vista architettonico è il migliore di tutti quelli delle congregazioni di Casoria.

Chiesa del Carmine e Congrega di S. Maria del Carmine

La chiesa del Carmine nasce come struttura annessa all'antica congrega, di cui il documento più antico risulta una tavola marmorea di copertura di un sepolcro, con scritta e data incisa del 1651, la chiesa fu costruita nel 1731 sfruttando il terreno antistante la congrega, essa subì un'ulteriore ampliamento nel 1784, che previde l'allungamento della navata ed alcuni rifacimenti delle decorazioni interne. 

Congrega di S. Maria del Carmine

L'origine di questa congrega dedicata a Santa Maria del Carmine risalgono al XVII secolo, come risulta da una  tavola marmorea di chiusura di una tomba. L'interno presenta una spaziosa aula rettangolare coperta da una volta a botte ricca di decorazioni a stucco fortemente caratterizzate dall'indoratura delle cornici e dei riquadri. Alle pareti della sala sono addossate semplici panche lignee, al di sopra dei quali quindici spartiti delimitati da semplici cornici a stucco, ritraggono le immagini della "Natività".


La Storia La prima notizia sulla chiesa di San Mauro di Casoria risale al 1092. A quell'epoca, doveva trattarsi di una semplice cappella di campagna. Molto probabilmente, il culto fu introdotto dai monaci del monastero napoletano di san Gregorio Armeno, che possedeva numerose masserie nella zona. Sviluppandosi il casale, nel 1429 fu istituita ufficialmente la parrocchia, sotto il patronato dell'Universitas (il Comune dell'epoca) e dei notabili del luogo. Ai primi del Seicento, fu avviata la fabbrica della nuova chiesa, grandiosa struttura in stile barocco conclusa nel 1621 e completata nei decenni successivi con pregevolissime opere d'arte. La pianta è ad una sola navata, con dieci cappelle, cinque per lato. Il presbiterio è dominato da un settecentesco altare maggiore in marmi policromi. Agli affreschi che illustrano la vita del santo, fanno da corona tre splendide tele di Domenico Antonio Vaccaro, che adornano il presbiterio e il transetto

 


La Storia Le cappelle conservano interessanti opere di Pietro di Martino detto Forlì, come la superba pala lignea della Madonna di Monserrato, del 1590. È da ammirare l'organo a canne costruito dall'Universitas di Casoria nel 1760, recentemente restaurato, incassato in una cantoria lignea finemente intagliata. Così come il soffitto a cassettoni dorati, dell'Ottocento. Tra le cappelle, la maggiore è quella del santo patrono, che conserva anche il monumento funerario del cardinale Luigi Maglione, segretario di stato di papa Pio XII. La facciata ottocentesca è stata adornata nel 2000 da un notevole portale in bronzo, istoriato con scene di vita di San Mauro. La monumentale Chiesa di S. Mauro Abate, attualmente esistente, è la seconda in ordine di tempo, ad essere costruita. La primitiva Chiesa esisteva come ente religioso già prima del 1429. Divenuta insufficiente alle necessità del culto della popolazione, che, in quell'epoca, era composta di circa 1500 abitanti, si rese necessaria l'edificazione di un altro edificio religioso, più ampio e di maggior decoro. La costruzione iniziò il 15 gennaio del 1606 sul suolo di cui un parte era stata occupata dalla piccola chiesa preesistente, che fu, poi, utilizzata come sagrato del nuovo tempio, in modo da rendere prospetticamente meglio visibile la facciata della nuova costruzione; una parte fu acquistata dall"'Università" di Casoria; e una parte fu donata da un gruppo di notabili detti "particulares". I cittadini con ammirevole slancio contribuirono alle ingenti spese; ma era tale la mole delle opere ed il relativo costo, che si rese necessario l'intervento del comune per il loro completamento. Il parroco che curò la costruzione dell'attuale edificio fu D. Marco Antonio Abbate di cui si fa menzione nella lapide murata ai piedi del pilastro situato nell'abside "in cornu Evangelii". 

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